I bambini bevono troppo poco, il primo decalogo sull'idratazione dei più piccoli

Bimba che beve aqastyle  news

Presentato dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale

A PREOCCUPAZIONE principale è quanto e che cosa mangiano. Mai quanto bevono. Eppure l’idratazione è importante quanto la nutrizione. Soprattutto nei bambini, che – come gli anziani – non sentono mai il bisogno di bere e chiedono l’acqua quando hanno davvero sete, e sono già un po’ disidratati. L’acqua è in realtà un nutriente vero e proprio tanto che la Sipps, la società italiana di pediatria preventiva e sociale, ha stilato un decalogo su idratazione e bambini – il primo – e lo ha presentato stamattina a Roma, con una ricerca Gfk, nel corso del convegno “Bere bene per crescere bene”, promosso da Femtec (federazione mondiale del termalismo e della climatoterapia), con il supporto incondizionato di Sanpellegrino. E non è un caso che l'acqua sia ormai alla base di tutte le piramidi alimentari, da quella mediterranea, per arrivare a quella francese, che ha la forma di una barca a vela in cui i nutrienti, che costituiscono lo scafo, sono immersi completamente nell'acqua. 

La ricerca. Ma di acqua, e di consumo di acqua in particolare, non si sa moltissimo. E la ricerca Gfk parte da un assunto: i genitori sanno poco su quanta acqua debbano bere i bambini, ritengono l’idratazione dei propri figli importante per la loro salute (uno su due), insieme al sonno (59%) e all’attività fisica (50%). Ma alla fatidica domanda del quanto bere, zoppicano. Il 20 per cento circa crede che il loro fabbisogno sia meno di un litro al giorno, il 15 dichiara di non conoscerlo.

Le necessità. In realtà le necessità crescono con l’età: nei neonati allattati al seno il fabbisogno è soddisfatto e per gli altri usare acqua "particolarmente indicata per la prima infanzia" poiché contiene bassissime dosi di nitrati, entro i limiti stabiliti dall'Oms; dai sei mesi ai tre anni è di 0,6-0,9 litri al giorno, che sale a circa 1,1 litri in età scolare, che, per capirci, si traduce in almeno 8 bicchieri d’acqua al giorno da 150 ml (un bicchiere medio). In adolescenza il fabbisogno aumenta ancora fino ad arrivare a 1,5- 2 litri in adolescenza. E, in caso facciano sport, bisogna bere immediatamente prima, durante l'attività sportiva, soprattutto se si fa agonismo, e soprattutto reidratare dopo".

Il test della pipì. Secondo la ricerca, però, il 58 per cento dei bambini beve meno di un litro di acqua al giorno. "Il meccanismo della sete ha una risposta ritardata - spiega Andrea Vania, professore di Pediatria alla Sapienza - e interviene quando la perdita di acqua è già abbondante e anzi si è già a livelli di disidratazione. Questo bambino avrà cefalea e se fa sport sintomi più importanti. Per questo bisognerebbe insegnare ai bambini che bere acqua è importante, dare l'esempio, magari comprare dei bicchieri carini, con cannucce divertenti, o fare dei ghiaccioli con l'acqua. Infine insegnare il test della pipì. Se è scura bisogna bere, se invece è chiara allora è tutto a posto".

Quanta. Quantità e tipologia a parte, l’acqua è una componente fondamentale per il nostro organismo ed è fondamentale per la vita: rappresenta gran parte del nostro peso corporeo (dal 70 per cento del neonato al 55-60 dell’adulto), è parte fondamentale dei muscoli, degli organi interni, cervello in primis, e persino dello scheletro. Ne perdiamo continuamente, circa il 15 per cento il bambino e 3-4 l'adulto, con urine, feci, sudore, persino respirando. E dobbiamo quindi reintegrarla, tale e quale, e ricordando che anche alcuni alimenti, frutta e verdura in particolare, ne sono ricchi. Poco noti anche i benefici dell'acqua: alcuni sono intuibili, come la depurazione e il benessere generale dell'intestino. Sconosciuti altri, come i benefici sulla concentrazione (dal 69 per cento del campione), o sul mal di testa (56%).

Che cosa. Idratazione vuol dire acqua, essenzialmente, soprattutto nei bambini. E con le percentuali di sovrappeso e obesità che ci caratterizzano dovrebbe valere anche per gli adulti. Niente soft drink, o altre bevande dolci o zuccherate, o che contengono caffeina. L’acqua ha zero calorie, e imparare fin da piccoli a berla fa parte delle buone abitudini che ci si porta appresso da adulti. Bere poco - secondo molti studi - è associato a un indice di massa corporea maggiore - ovvero i bambini sono più ciccioni - e a un rischio maggiore di sviluppare obesità. 

I luoghi comuni. Sono tanti quelli legati all'acqua. "Di sciocchezze se ne dicono tante - racconta Laura Rossi, del Centro di ricerca per gli alimenti e nutrizione - che l'acqua fa ingrassare, che bisogna bere lontano dai pasti, e quelle povere di sodio. In realtà tutte le acqua sono povere di sodio, quindi non c'è alcun bisogno di selezionarle. E anzi va benissimo l'acqua di rubinetto. Infine sono da preferire le acqua calciche,perché contengono calcio, come quello del latte. E non fanno venire i calcoli, che si formano per vie metaboliche diverse, no per il calcio dell'acqua".

Il progetto. Il progetto Hydration@school è una campagna educativa rivolta ad alunni, insegnanti e famiglie. Il sito offre materiali didattici gratuiti da utilizzare in classe. In due anni ha coinvolto 37.000 docenti, 5800 classi e quasi 130.000 alunni.

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