Tubature

Nel 2014 Flint, una cittadina in Michigan (USA), smette di appoggiarsi al sistema idrico di Detroit. Una scelta obbligata per ridurre i costi. Ma l’acqua del fiume locale corrode lo strato protettivo all’interno dei vecchi tubi. Il piombo rilasciato contamina l’acqua, avvelenando gli abitanti. E il peggio deve ancora arrivare. A marzo 2016, la scoperta di un batterio potenzialmente mortale: la legionella, che prolifica nella materia organica depositata nelle tubazioni obsolete. 

La contaminazione idrica nella cittadina di Flint deve far riflettere. L’Italia è davvero al sicuro da questo tipo di rischi? “Nel complesso dovremmo essere contenti - dice Alessandro Zanasi, Presidente nazionale dell’associazione Risorsa Acqua e membro effettivo della International Water Academy di Oslo - perché in Italia abbiamo globalmente una buona qualità dell’acqua. Questo però non vuol dire che non ci siano situazioni di criticità in molte zone. Il grosso problema invece è quello della dispersione. Soprattutto nel Sud circa il 50-60% dell’acqua captata, depurata e messa in rete, e che ha già un costo di lavorazione, non arriva nei rubinetti delle case, ma viene disperso a causa di tubature rotte.” 

  Abbiamo reti idriche fatiscenti, che necessitano di manutenzione costante. Ma per le aziende di distribuzione la manutenzione è un costo che devono sostenere; dunque la manutenzione riduce i margini di utile e i ricavi. Quindi, il risultato troppe volte è che la manutenzione si fa quando e se il bilancio lo permette. “Pensate - aggiunge Zanasi – che dal punto di vista di robustezza e di igiene, le condotte che tengono di più sono quelle romane, in cotto. Poi c’è stata una grande polemica sulle condotte che erano state costruite in cemento-amianto, in tutta Italia. Per fortuna è una parte molto limitata della rete che ora si cerca di sostituire. L’amianto crea un problema dal punto di vista respiratorio, ma sembrerebbe, che alla lunga, possa causare problemi a livello gastroenterologico.” 

Dopo 50-60 anni, le condotte iniziano a usurarsi, e non sempre è possibile individuare le perdite. Un esempio evidente è quando ci sono gli smottamenti (senza arrivare a vero e proprio terremoto): si rompe una condotta sulla strada ed esce un fiotto d’acqua. Le perdite dovute a tubazioni obsolete sono una causa drammatica dello spreco d’acqua, soprattutto al Sud. 

Cosa fare? Certamente, comprendere che l’acqua non è un bene garantito e, soprattutto, illimitato. “Noi italiani siamo spreconi - dichiara Zanasi - consumiamo 250 litri d’acqua al giorno pro capite. La quota maggiore di consumo è per l’agricoltura, poi l’industria, infine una quota minima è per la nostra igiene e il fabbisogno umano. E per concludere, va detto che siamo bravi inquinatori”. L’acqua inquinata va depurata. Le reti degli acquedotti forniscono un buon servizio. Ma è chiaro che devono lavorare un prodotto sempre più contaminato, per cui gli interventi sono pesanti e costosi. Questo va soprattutto a scapito del sapore dell’acqua, dal punto di vista organolettico. 

In Italia, le bollette dell’acqua hanno il costo più basso rispetto agli altri paesi della Comunità Europea. Un aumento del prezzo consentirebbe agli acquedottisti di destinare una quota al recupero delle condotte. “Per rifare una rete idrica – è la tesi di Zanasi - ci vogliono decine e decine d’anni, e una volta finita bisogna cominciare da capo. Non possiamo fare la condotta, metterla sotto terra e non pensarci più. Purtroppo la manutenzione va a incidere sulla tasca del consumatore.” 

Forse è il caso di pensare al futuro. A seconda degli scopi, potrà essere fornita acqua di diversa qualità (a prezzi diversi) e ognuno deciderà quale utilizzare. Il concetto di “acqua su misura“ implica che, se il ruolo dei governi è quello di assicurare l’accesso alle risorse idriche, ogni comunità o famiglia può scegliere la qualità di acqua più adatta alle proprie esigenze, che si tratti di bere, cucinare, lavare l’auto, innaffiare il prato o tirare lo sciacquone.  

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Al risveglio c'è chi ha subito voglia di biscotti, chi preferisce uno smoothie, chi non può fare a meno del rituale detox dell'acqua e limone.

Ma cosa succede al corpo se appena svegli, a stomaco vuoto, beviamo semplicemente un bicchiere d'acqua?

Una buonissima abitudine, molto praticata in Giappone, da abbracciare quanto prima e da non perdere più. Soprattutto dopo avere letto le sue molteplici proprietà. 

1. Previene i calcoli renali. Bere acqua di prima mattina permette di diluire gli acidi che formano eventuali aggregazioni di sali minerali nei reni. 

2. Rafforza il sistema immunitario. Contribuisce a purificare il sistema linfatico, che ha un ruolo chiave nella formazione delle difese immunitarie. 

3. Migliora il metabolismo basale. Ovvero la quantità di energia spesa a riposo, per esempio quando si mangia o si dorme.

4. Allevia il mal di stomaco. Invece di andare verso l'esofago provocando dolore, il reflusso acido sarà spinto verso il basso e diminuirà di intensità.

5. Fa dimagrire. Attenua la fame e aiuta l'organismo ad assorbire con maggiore facilità le sostanze nutritive.

6. Effetto detox. L'acqua raggiunge subito l'intestino, l'organo preferito dalle tossine, e lo purifica. 

7. Sublima la carnagione. Bere mezzo litro di acqua a digiuno aumenterebbe il flusso di sangue rendendo la pelle più luminosa. 

8. Dà energia. È un buon modo per iniziare la giornata eliminando la sensazione di sonno e di stanchezza.

9. Contrasta la stipsi. Stimolando il movimento intestinale, combatte e previene eventuali problemi di stitichezza.

10. È anticellulite. Favorisce la diuresi e, quindi, l'eliminazione dei liquidi in eccesso trattenuti nei tessuti.

NB: si consiglia di bere da 1 a 4 bicchieri d'acqua e di restare a digiuno per 30 minuti.

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Idratarsi correttamente: scopri tutti i benefici. Perché è importante il consumo regolare di acqua soprattutto prima e dopo l'attività fisica

MILANO – Atleti o non atleti, bambini o adolescenti non fa differenza, per mantenere il corpo idratato e di conseguenza tutte le sue funzioni attive, è fondamentale mantenere un’idratazione costante, attraverso il consumo regolare d’acqua ricca di sali minerali. Nello sport questo è importante non solo durante un match per fare un esempio, ma anche nel pre-partita e alla fine del match.

Il corpo umano e i benefici di una giusta idratazione 

Il corpo umano è costituito per circa i due terzi d’acqua. Senza questo nutriente, una persona non potrebbe sopravvivere più di 3-4 giorni. L’acqua ha mille funzioni per il nostro corpo: aiuta la digestione, mantiene la pelle idratata, regola la circolazione sanguigna e la temperatura corporea, aiuta ad eliminare le tossine dal corpo e a trasportare le sostanze nutritive. Inoltre l’acqua aiuta a proteggere gli organi e tessuti del corpo e soprattutto mantiene il corpo attivo e lucido in modo efficiente ogni giorno. Questo è fondamentale per gli sportivi, che oltre ad una corretta idratazione prima e durante l’attività fisica, devono mantenere una dieta ricca di frutta e verdura.

Frutta e verdura ricche d’acqua

Quasi tutti gli alimenti, soprattutto frutta e verdura, contengono acqua. Quindi, insieme ai fluidi che consumiamo regolarmente, il cibo può giocare un ruolo fondamentale per mantenere il corpo idratato. Il fabbisogno giornaliero d’acqua di un individuo dipende da diversi fattori: dal tipo di attività che intende fare, l'umidità e la temperatura dell’ambiente, lo stato di salute e gli alimenti che mangia abitualmente. Spesso capita di sottovalutare la disidratazione, ovvero la perdita eccessiva di fluidi da parte del nostro corpo. Alcuni segni da tenere in considerazione e che rappresentano un campanello d’allarme sono: sensazione di sete, stanchezza, debolezza, secchezza della bocca, vertigini e mal di testa.

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Idratarsi adeguatamente aiuta le ossa e il fegato. E i bimbi devono bere liquidi con calcio. Ricca di magnesio, ferro, fosforo. O povera di sodio. I segreti per scegliere quella giusta

TRA GLI otto e i dieci bicchieri al giorno distribuiti in tutta la giornata. Perché bere fa bene: alla concentrazione, all’attività fisica, all’osteoporosi. E, in più, farebbe anche dimagrire. Secondo uno studio dell’università dell’Illinois, su Journal of Human Nutrition and Dietetics, bere da uno a tre bicchieri di acqua al giorno diminuisce l’apporto calorico da 68 a 205 calorie. Anche solo un aumento dell’1 per cento del consumo di acqua era associato - nei 18.000 soggetti studiati - a una diminuzione dell’8,6 per cento dell’apporto energetico complessivo. «La riduzione delle calorie è l’effetto della termogenesi - spiega Nicola Sorrentino, docente di Igiene Nutrizionale all’università di Pavia - ossia il fenomeno per cui l’acqua viene poi portata nel nostro organismo alla temperatura corporea, 37°C. E per farlo si attiva il metabolismo». Anche se l’effetto dura al massimo un’ora. Motivo per cui è importante bere spesso, senza mai arrivare ad avere sete.

Non tutte le acque sono uguali e si classificano sulla base del residuo fisso, cioè dei sali minerali che restano dopo l’evaporazione di un litro d’acqua a 180°C (vedi infografica). Le oligominerali sono perfette per il consumo quotidiano. Quelle ricche di sali minerali sono utilizzate per uso terapeutico sotto controllo medico.

Ma di quali sali minerali parliamo? Ci sono i macroelementi, presenti nel nostro organismo e il cui fabbisogno giornaliero è superiore ai 100 mg: tra questi calcio, magnesio, potassio, fosforo, sodio, cloro, zolfo (sotto forma di solfati) e bicarbonati. E ci sono gli oligoelementi, come ferro, rame, zinco, fluoro, selenio, iodio e manganese. Scegliere l’acqua più adatta non è impossibile. In generale per i bambini è consigliata un’acqua oligominerale o medio minerale ricca di calcio (più di 150 mg/l) e magnesio (più di 50 mg/l) ma povera di sodio (meno di 20 mg/l); per gli adolescenti va bene una medio minerale bicarbonato- calcica e magnesiaca; per gli adulti oligominerale o medio minerale; per le donne in gravidanza, allattamento o menopausa, è ideale un’acqua calcica; per gli anziani un’acqua ricca di calcio e solfato-magnesiaca da bere spesso nell’arco della giornata.

Per dimagrire, depurarsi, concentrarsi: tutti i segreti dell'acqua

TRA GLI otto e i dieci bicchieri al giorno distribuiti in tutta la giornata. Perché bere fa bene: alla concentrazione, all’attività fisica, all’osteoporosi. E, in più, farebbe anche dimagrire. Secondo uno studio dell’università dell’Illinois, su Journal of Human Nutrition and Dietetics, bere da uno a tre bicchieri di acqua al giorno diminuisce l’apporto calorico da 68 a 205 calorie. Anche solo un aumento dell’1 per cento del consumo di acqua era associato - nei 18.000 soggetti studiati - a una diminuzione dell’8,6 per cento dell’apporto energetico complessivo. «La riduzione delle calorie è l’effetto della termogenesi - spiega Nicola Sorrentino, docente di Igiene Nutrizionale all’università di Pavia - ossia il fenomeno per cui l’acqua viene poi portata nel nostro organismo alla temperatura corporea, 37°C. E per farlo si attiva il metabolismo». Anche se l’effetto dura al massimo un’ora. Motivo per cui è importante bere spesso, senza mai arrivare ad avere sete.

Non tutte le acque sono uguali e si classificano sulla base del residuo fisso, cioè dei sali minerali che restano dopo l’evaporazione di un litro d’acqua a 180°C (vedi infografica). Le oligominerali sono perfette per il consumo quotidiano. Quelle ricche di sali minerali sono utilizzate per uso terapeutico sotto controllo medico.

Ma di quali sali minerali parliamo? Ci sono i macroelementi, presenti nel nostro organismo e il cui fabbisogno giornaliero è superiore ai 100 mg: tra questi calcio, magnesio, potassio, fosforo, sodio, cloro, zolfo (sotto forma di solfati) e bicarbonati. E ci sono gli oligoelementi, come ferro, rame, zinco, fluoro, selenio, iodio e manganese. Scegliere l’acqua più adatta non è impossibile: basta leggere le etichette. In generale per i bambini è consigliata un’acqua oligominerale o medio minerale ricca di calcio (più di 150 mg/l) e magnesio (più di 50 mg/l) ma povera di sodio (meno di 20 mg/l); per gli adolescenti va bene una medio minerale bicarbonato- calcica e magnesiaca; per gli adulti oligominerale o medio minerale; per le donne in gravidanza, allattamento o menopausa, è ideale un’acqua calcica; per gli anziani un’acqua ricca di calcio e solfato-magnesiaca da bere spesso nell’arco della giornata.

Per dimagrire, depurarsi, concentrarsi: tutti i segreti dell'acqua

I vantaggi specifici delle acque minerali sono tanti: le bicarbonate aiutano la digestione e hanno un effetto diuretico; quelle ricche di ioni solfato sono indicate in caso di stipsi; le clorurate stimolano l’attività di fegato e colecisti. La presenza di oltre 150 milligrammi di calcio per litro, poi, rende l’acqua ideale per prevenire l’osteoporosi senza aumentare il rischio di calcolosi renale. Mentre un contenuto sostenuto di magnesio – oltre 50mg/l – rende l’acqua un valido aiuto per gli sportivi perché ha effetto antispastico e antinfiammatorio, oltre a essere indicata in caso di stipsi cronica. Le acque ferruginose possono essere indicate nei casi di anemie, mentre le sodiche sono utili soprattutto d’estate e dopo un’attività fisica. Possono essere controindicate negli ipertesi. Va tenuto presente poi l’effetto sul cervello. «Un’idratazione inadeguata incide negativamente sulle performance cognitive - sottolinea Umberto Solimene, presidente del Centro di Ricerche Bioclimatologia Medica dell’università di Milano - una perdita di acqua dell’1-2 per cento del peso corporeo può pregiudicare la capacità di concentrazione, una perdita superiore può influenzare negativamente le capacità di elaborazione del cervello». Bere, insomma, fa bene anche al cervello. Purché sia acqua.

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Lo sostiene uno studio statunitense che collega idratazione e capacità cognitive. Secondo gli esperti verrebbero indebolita la capacità di ricordare, l'attenzione e il tempo di reazione

E' cosa risaputa che per stare bene è necessario idratarsi molto. Da tempo i medici ricordano ai pazienti di bere. Ma ora una ricerca svela che la giusta dose di acqua protegge il cervello e può rendere più produttivi sul lavoro.

Già in passato la letteratura scientifica aveva suggerito un collegamento fra una forte disidratazione e il calo delle funzioni cognitive. Anche perché sono molte le persone che si dimenticano l'importanza  dell'idratazione. Non c'è bisogno di essere nel deserto per fare sì che la mancanza di acqua ci faccia male. Anche una condizione di 'leggera disidratazione' può essere nociva  e renderci meno produttivi. 

Gli studiosi del Weill Cornell Medical College’s Brain and Mind Research Institute, nell'ambito di uno studio pubblicato sul Journal of Cerebral Blood Flow & Metabolism, si sono accorti che una perdita di acqua di che corrisponda al 5% del peso corporeo, può influire sull'attività neurale. La conseguenza sarebbe una riduzione delle prestazioni cognitive. La memoria a breve termine, l'attenzione e il tempo di reazione verrebbero indebolite, secondo gli esperti. "Da questo emerge che anche una leggera disidratazione può avere un forte impatto sulle capacità lavorative e sulla produttività delle persone - spiega Giuseppe Faraco, docente di Neuroscienze al Weill Cornell Medical College e autore della ricerca. Gli effetti negativi della carenza di acqua risultano particolarmente pronunciatu fra le persone anziane e i bambini molto piccoli, che spesso possono avere problemi di incontinenza.

Gli autori ricordano quanto sia fondamentale per tutelare la propria salute bere almeno 2 litri e mezzo di acqua al giorno, una quantità che può essere anche minore per le donne (2,2 litri). "Molto dipende anche dall'alimentazione - spiega Farco - . Una dieta ricca di verdura riduce la quantità di acqua che dobbiamo bere".

Una tesi avvalorata da una precedente analisi del 2010, pubblicata sul Journal Human Brain Mapping. Il report suggeriva che periodi di disidratazione prolungata possano influire su funzioni cognitive importanti come la capacità di pianificare il lavoro o di elaborare concetti complessi.

Alcune ricerche hanno stabilito un collegamento fra gli incidenti sul lavoro durantel'estate, periodo dell'anno in cui si è spesso assetati per le alte temperature, e l'aumento di incidenti sul lavoro. Una ricerca del 2004, pubblicata sul Applied Ergonomics, ha trovato invece un forte calo di produttività fra i forestali 'disidratati'.

 Chi beveva pocoaveva un calo di produttività del 12%.

Il consiglio è quindi quello di bere molto, senza esagerare però. Perché il rischio è quello di passare troppo tempo alzandosi e andando nel bagno dell'ufficio.

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