acqua rubinetto vs bottiglia

Cosa dovremmo sapere sull’acqua domestica che sgorga dal nostro rubinetto?

Che relazione c’è tra acqua del rubinetto inquinata e incidenza di determinate malattie?
L’acqua in bottiglia è di buona qualità?
Quali sono i metodi di depurazione dell’acqua domestica più efficaci per l’acqua del nostro rubinetto?
 L’acqua in bottiglia è di buona qualità?
Lo sapevi che…
Nell’acqua in bottiglia sono consentite per legge più sostanze inquinanti rispetto all’acqua del rubinetto.
Ad esempio, l’acqua del rubinetto può contenere al massimo 10µg/l (microgrammi per litro) di arsenico, mentre nella maggior parte delle acque minerali sono contenuti 40/50µg/l di arsenico senza l’obbligo di dichiararlo sulle etichette.
Ci sono infatti DUE LEGGI BEN DIVERSE che regolano i limiti di inquinanti ammessi per l’acqua in bottiglia e per l’acqua di rubinetto. Di seguito le differenze.

Valore limite di alcune sostanze inquinanti contenute nell’acqua potabile e nell’acqua in bottiglia

Valori limite acque potabili
Decreto L. 31/2001

Valori limite acque in bottiglia
Decreto 542/92 – Dm 31/05/2001

Arsenico totale (µg/l) 10 50
Bario (µg/l) 1
Cromo (µg/l) 50 50
Piombo (µg/l) 10-25 10
Nitrati (mg/l) 50 45-10*
Alluminio (µg/l) 200 Nessun limite
Ferro (µg/l) 200 Nessun limite
Manganese (µg/l) 50 2000
Fluoruro (mg/l) 1,50 Nessun limite
  • A seguito di analisi dell’acqua di diverse acque in bottiglia, c’è stato un Ammonimento da parte della Commissione dell’Unione europea nel febbraio 2000 perché i valori massimi previsti per alcune sostanze tossiche e indesiderabili nelle acque minerali italiane erano superiori alle norme imposte a livello comunitario. Da allora nulla è cambiato…
  • Qualità più bassa, prezzo più alto : l’acqua in bottiglia è dalle 300 alle 600 e persino 1000 volte più cara dell’acqua del rubinetto, sebbene abbia un livello di inquinanti più alto e quindi una qualità più bassa.
  • E’ scomoda e inquina: la devi portare dal supermercato a casa, occupa spazio nella dispensa, ti impegna nella raccolta differenziata della plastica ed inquina il pianeta. Infatti per produrre 1 chilo di Pet (polietilen-tereftalato), la plastica usata per le bottiglie, sono necessari:
    ==> poco meno di 2 chili di petrolio;
    ==> 17 litri di acqua, la cui lavorazione rilascia nell’atmosfera:
    – 2,3 Kg di anidride carbonica;
    – 40 grammi di idrocarburi;
    – 25 grammi di ossidi di zolfo;
    – 18 grammi di monossido di carbonio.
    • Bottiglia cancerogena: la plastica nella quale viene conservata l’acqua in bottiglia è stata messa sotto accusa per il rilascio nell’acqua di bisfenolo A (BPA), riconosciuta come sostanza che aumenta l’incidenza di cancro, disturbi neuronali e cardiaci. Nel gennaio 2011 la Commissione europea ha proibito nell’UE la produzione e la commercializzazione di biberon per l’infanzia che contengano BPA.
    • L’acqua in bottiglia tende ad acidificare e tende quindi a peggiorare l’equilibrio acido-basico del nostro organismo, che già di per sè tende verso l’acidità e avrebbe bisogno al contrario di alcalinizzare.
    • Ti sei mai chiesto come mai se prendiamo l’acqua da una sorgente di montagna e la imbottigliamo, dopo qualche settimana puzza, dopo qualche mese crescono le alghe, mentre l’acqua in bottiglia può restare tale per anni senza mai decadere?…
    Spesso acquistiamo acqua in bottiglia che proviene dalla stessa fonte dell’acqua del rubinetto: questo accade in moltissime regioni d’Italia, anche con marchi conosciuti e molto pubblicizzati di acque in bottiglia.
    E allora che differenza c’è tra l’acqua del rubinetto e quella in bottiglia?
    L’acqua in bottiglia viene trattata con dei conservanti per mantenerla sempre limpida e inodore, anche diversi anni dopo essere stata imbottigliata;
    l’acqua del rubinetto destinata ad uso potabile è già di per sé migliore di quella in bottiglia poiché non viene addizionata di conservanti, viene però purtroppo trattata con il cloro, allo scopo di non avere formazione di batteri, micro-organismi, alghe, ecc.
    Ma il cloro non è così salutare…
    L’acqua del rubinetto è buona, ma occhio a…
    Quante volte sentiamo questa frase:”L’acqua del rubinetto è buona”!
    Sicuramente tante, ed è sostanzialmente vero: l’acqua che sgorga dai nostri rubinetti è controllatissima: gli acquedotti fanno un lavoro egregio nel fornire acqua potabile a tutta la popolazione.
    Certamente i valori degli inquinanti dell’acqua potabile rientrano nei limiti dettati dalla legge; purtroppo però questi limiti negli ultimi anni si sono alzati più volte, a causa dell’inquinamento crescente e del fabbisogno di acqua potabile domestica sempre in aumento.
    Per garantirci un’acqua libera da batteri, gli acquedotti utilizzano il cloro, ottimo battericida a basso costo.
    Quindi al posto dei batteri beviamo il cloro.
    Anche se diluito e a basse quantità, il cloro non è benefico per il nostro organismo, lo dimostrano numerosi studi medici.

    I danni del cloro presente nell’acqua di rubinetto

    Forse si può intuire che bere acqua con cloro non sia una passeggiata di salute: basta cercare in internet e ci possiamo rendere subito conto dei danni che il cloro provoca alla nostra salute, essendo presente nell’acqua potabile del rubinetto di casa, che utilizziamo per bere, cucinare, lavare frutta e verdura e a volte bere.
    In molti paesi europei il cloro non viene più utilizzato per l’acqua potabile; al suo posto vengono impiegati altri sistemi di eliminazione dei batteri, altrettanto efficaci, anche se più costosi.

    Ci sono molti studi che evidenziano una pericolosissima correlazione tra presenza di cloro nell’acqua potabile e malattie come cancro, arteriosclerosi, colesterolo, infarto.

    Cloro nell’acqua potabile, trialometani e cancro

    “I trialometani nell’acqua, anche se in concentrazioni molto basse, sono la causa scatenante della maggior parte dei tumori negli Stati Uniti” (The Environmental Defense Fund).Quando il cloro viene aggiunto all’acqua, esso si combina con i minerali presenti in essa e forma sottoprodotti del cloro detti Trialometani (THM), che scatenano la produzione di radicali liberi nel corpo, che causano stress ossidativo, danni cellulari e svolgendo un’azione cancerogena.

    Il cancro al seno, che colpisce una donna su otto negli Stati Uniti, è stato recentemente messo in relazione con la concentrazione di cloro nei tessuti del seno.
    Una ricerca fatta in questo senso dal Hartford Connecticut ha dimostrato che “le donne con il cancro al seno hanno livelli di sottoprodotti del cloro più alti della media dal 50% al 60% rispetto a donne senza tumore al seno”.

    “Siamo convinti che ci sia un’associazione tra cancro e cloro presente nell’acqua potabile. Questo è il risultato che si evince dal nostro studio” – Gruppo di ricerca del Wisconsin Medical College

    Il Dott. Robert Morris del Medical College of Wisconsin in Milwaukee ha condotto uno studio e dimostrato che chi beve acqua con cloro ha:

    • una probabilità più alta del 21% di ammalarsi di cancro alla vescica;
    • una probabilità più alta del 38% di ammalarsi di cancro all’intestino retto.

    “Sono convinto che ci sia una relazione tra presenza di cloro nell’acqua potabile e insorgenza di cancro” (Dott. Robert Morris).

    “L’abitudine di bere acqua con cloro prolungata per 15 anni o più porta ad un alto rischio di sviluppare il cancro al colon” Health Freedom News, January/February 1987

    “L’abitudine di bere acqua con cloro a lungo termine aumenta il rischio di sviluppare un cancro alla vescica dell’80%”. Il problema non è solo il cloro in quanto tale, ma soprattutto i sottoprodotti che esso forma a contatto con inquinanti e altre sostanze presenti nell’acqua (sostanze organiche, foglie, ramoscelli). (Journal of the National Cancer Institute, St. Paul Dispatch & Pioneer Press, December 17, 1987)

    Perché il cloro presente nell’acqua domestica che scorre dal rubinetto è cancerogeno?

    Recentemente è stato intrapreso uno studio congiunto in Giappone da ricercatori presso l’Istituto Nazionale della Salute e delle Scienze e l’Università Shizuoka. Hanno stabilito che le sostanze organiche naturali reagiscono quando esposte ai clorurati dell’acqua potabile, formando pericolosi composti cancerogeni chiamati “MX”, che sta per “Mutageno Sconosciuto”.Quando viene a contatto con sostanze organiche naturali come frutta, verdura, sostanze organiche in generale, il cloro forma pericolosi composti cancerogeni (Trialometani, THM).
    Quando laviamo e cuciniamo i nostri cibi con l’acqua del rubinetto di casa, alcuni nutrienti naturali fra i più preziosi e indispensabili con caratteristiche anti-cancro comunemente contenuti nei vegetali, nella frutta, nel tè ma anche negli integratori e nei farmaci, quando vengono a contatto con l’acqua del rubinetto clorata formano sostanze cancerogene.

    Sono simili ai noti e più facilmente individuati composti cancerogeni THM (trialometani).

    Precedenti studi fatti da scienziati in Finlandia nel 1997 hanno stabilito che l’MX è 170 volte più pericoloso di altri noti sottoprodotti tossici della clorazione, ed è stato dimostrato in studi di laboratorio che danneggia la tiroide e provoca tumori.

    Gli stessi vegetali e la stessa frutta, lavati e cucinati con acqua depurata dal cloro, si sono dimostrati estremamente benefici e salutari.

    Ma bisogna fare attenzione anche a quello che beviamo durante i pasti e quando assumiamo integratori, rimedi naturali o farmaci.

    Anche se laviamo i nostri alimenti nell’acqua depurata dal cloro, e durante il pasto beviamo acqua “potabile” con cloro, oppure cuciniamo con acqua contenente cloro, la reazione che forma THM e TX avviene ugualmente.

    Oppure se assumiamo benefici integratori, rimedi naturali, preparati fitoterapici, o all’occorrenza farmaci con acqua che contiene cloro, tale reazione avviene allo stesso modo, privandoci così dei benefici e sovraccaricando il nostro fisico di composti tossici e cancerogeni.

    Ed è sufficiente molto poco cloro per dare inizio alla reazione.

    Cloro nell’acqua potabile, arteriosclerosi, infarto, colesterolo

    Egli provò scientificamente questa sua tesi con esperimenti sui polli: in una popolazione omogenea di polli, ne allevò alcuni con acqua con cloro e altri con acqua senza cloro.Il Dott. Joseph Price negli anni ’60 scrisse il libro Coronaries/Cholesterol/Chlorine in cui affermava che la causa numero uno di arteriosclerosi, attacchi di cuore e molte forme di infarto è il cloro contenuto nell’acqua domestica.

    In pochi mesi, i polli che bevevano acqua con cloro presentavano arteriosclerosi, e gli altri no.
    Inoltre i primi presentavano in generale una salute cagionevole: più malattie, minore vitalità.

    Per una ulteriore verifica, egli prese il gruppo che beveva acqua senza cloro e lo divise in due: ad un gruppo diede acqua con cloro e all’altro gruppo acqua senza cloro. I risultati anche in questo caso furono i medesimi.

    I suoi studi sono utilizzati ancora oggi dagli allevatori di polli… ma noi continuiamo a bere acqua e cloro dal nostro rubinetto.

    Se non la bevi perché la mangi?

    Sempre più persone evitano di bere l’acqua potabile domestica, perché non depurata.
    Si sa bene, l’acqua domestica che esce dai nostri rubinetti può essere inquinata da numerose sostanze chimiche, alcune delle quali sono addirittura tossiche o cancerogene, e non ci è molto di conforto sapere che questo inquinamento è contenuto nei limiti stabiliti dalla legge.

    Spesso l’acqua domestica presenta odori e sapori così sgradevoli da giustificare il rifiuto a berla; a volte contiene della sabbia e dei pezzetti di ruggine che disturbano il palato, il fegato e i reni.
    Tutte le persone che bevono acqua in bottiglia lo fanno perché non si fidano dell’acqua che esce dal loro rubinetto, ma stranamente e paradossalmente continuano ad utilizzarla per cucinare i cibi, per fare il tè e il caffè o addirittura per preparare le delicate pappe ai loro bambini.
    Si pensa di essere al sicuro soltanto per il fatto che l’acqua utilizzata per cucinare viene fatta bollire, eliminando così qualsiasi rischio per la salute.
    Questo è vero per quanto riguarda eventuali microorganismi e batteri presenti nell’acqua, ma è assolutamente falso per quanto riguarda le sostanze chimiche, che con la bollitura vengono addirittura rese più concentrate e quindi più pericolose.

    È risaputo che la bollitura non elimina gli inquinanti chimici presenti nell’acqua.

    Se ci fosse bisogno di una conferma basterà ricordare come viene prodotta l’acqua distillata, l’unica acqua che non contiene assolutamente alcuna sostanza chimica. L’acqua distillata si ottiene per raffreddamento del vapore prodotto con la bollitura, il che conferma che tutte le sostanze chimiche che l’acqua conteneva rimangono nell’acqua che non è evaporata.

    Non solo, i cibi cotti nell’acqua inquinata assorbono gli inquinanti che essa contiene proprio come succede per il sale da cucina che aggiungiamo all’acqua quando cuociamo la pasta.

    Per concludere, se non ci fidiamo dell’acqua del rubinetto bevendola, perché continuiamo a “mangiarla”?

    Qual è l’acqua migliore da bere per la nostra salute?…

    L‘acqua migliore da bere per:

    • la nostra salute;
    • il nostro pianeta;
    • il nostro portafoglio
    • è …

    L’ACQUA DEL RUBINETTO DI CASA, 
    OPPORTUNAMENTE DEPURATA DAL CLORO E DA ALTRE EVENTUALI SOSTANZE INQUINANTI

    L’ideale è togliere:

    • tutte le sostanze che vengono addizionate per la conservazione (cloro);
    • gli eventuali inquinanti presenti;

    e riportiamo l’acqua del rubinetto com’era in origine, in natura, come fosse acqua di sorgente…

acqua e benessere

La Società Italiana di Nutrizione Umana spiega il valore dell'acqua per il nostro benessere e detta le 7 regole di comportamento

MILANO – Molto spesso capita che quando ci accorgiamo di avere sete le perdite di acqua (col sudore e le urine, ad esempio) siano già state abbondanti. È fondamentale allora ricordarsi di bere spesso, senza aspettare che ci venga il “senso di sete”: questo vale per tutti, ma soprattutto per anziani e bambini. La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), nella pubblicazione “Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana”, ovvero i LARN, spiega il valore dell’acqua e quanto è necessario bere.

Il valore dell’acqua

L’acqua non è sostituibile con altre bevande (che spesso contengono zuccheri, dolcificanti, e sostanze come la caffeina) e si può bere in qualsiasi momento della giornata: durante i pasti e lontano dai pasti, senza timore di bloccare la digestione o addirittura di ingrassare perché l’acqua non contiene calorie, neanche quando è gasata. Anche fredda va bene, purché a piccoli sorsi, per evitare congestioni. E se abbiamo fatto sport, per reintegrare le perdite di acqua e minerali non è necessario ricorrere a integratori o bevande energetiche e saline, perché la semplice acqua e una alimentazione ricca di frutta e verdura ci restituiranno tutto quello che abbiamo perso e di cui abbiamo bisogno.

Sette regole di comportamento

  1. Asseconda sempre il senso di sete e anzi tenta di anticiparlo, bevendo a sufficienza, mediamente 1,5-2 litri di acqua al giorno. Ricorda inoltre che i bambini sono maggiormente esposti a rischio di disidratazione rispetto agli adulti;
  2. Bevi frequentemente e in piccole quantità. Bevi lentamente, soprattutto se l’acqua è fredda: infatti un brusco abbassamento della temperatura dello stomaco può creare le condizioni per pericolose congestioni;
  3. Le persone anziane devono abituarsi a bere frequentemente nell’arco della giornata, durante e al di fuori dei pasti, anche quando non avvertono lo stimolo della sete;
  4. L’equilibrio idrico deve essere mantenuto bevendo essenzialmente acqua. Ricorda che bevande diverse oltre a fornire acqua apportano anche altre sostanze che contengono calorie (ad esempio zuccheri semplici) o che sono farmacologicamente attive (ad esempio caffeina). Queste bevande vanno usate con moderazione.
  5. È sbagliato evitare di bere per il timore di sudare eccessivamente (sudare è fondamentale per regolare la temperatura corporea) o di ingrassare (l’acqua non apporta calorie).
  6. Durante e dopo l’attività fisica bevi per reintegrare prontamente e tempestivamente le perdite dovute alla sudorazione, ricorrendo prevalentemente all’acqua;
  7. In determinate condizioni patologiche che provocano una maggiore perdita di acqua (ad esempio gli stati febbrili o ripetuti episodi di diarrea), l’acqua perduta deve essere reintegrata adeguatamente e tempestivamente.

viso donna idratazione

Una ricerca internazionale condotta su sette paesi su acqua e idratazione dice che gli italiani sono bene informati ma poco virtuosi

MILANO – Gli italiani, conosciuti in tutto il mondo come un popolo dalle buone abitudini alimentari, risultano essere ben informati, rispetto ad altri Paesi, anche per quanto riguarda la cultura dell’idratazione. Emerge da un sondaggio promosso da Nestlé Waters* relativo agli atteggiamenti verso il consumo d'acqua in sette paesi: Cina, Francia, Italia, Messico, Regno Unito, Stati Uniti e Turchia. La maggior parte dei nostri connazionali ritiene che 8,5 bicchieri d’acqua sia la quantità giornaliera adeguata (contro i 6,1 degli inglesi). Bisogna però considerare che c’è una rilevante discrepanza tra quello che “si sa” e quello che viene effettivamente messo in atto. Il 91% degli italiani intervistati sostiene infatti di bere almeno 1 litro di acqua al giorno.

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Dati confortanti

“Si tratta di un dato incoraggiante – dichiara il Professor Umberto Solimene, dell'Università degli Studi di Milano, membro dell'Osservatorio Sanpellegrino, Presidente FEMTEC, Federazione Mondiale del Termalismo – soprattutto se confrontato alle abitudini che ci sono anche in altri Paesi. Un litro di acqua al giorno però non è abbastanza: per assicurare il benessere psico-fisico al nostro organismo, è necessario bere circa 2 litri di acqua al giorno, meglio se distribuita nel corso dell’intera giornata, senza aspettare lo stimolo della sete”.

I risultati della ricerca

Dai risultati del sondaggio a livello internazionale emerge che l’acqua è considerata bevanda d’elezione in tutto il mondo: 9 partecipanti su 10 affermano di berla tutti i giorni.

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Quando invece è stato chiesto di indicare quale bevanda bevono ogni giorno, la bevanda più comune dopo l'acqua in Cina e Messico è il latte. Il consumo di acqua è molto più elevato di qualsiasi altra bevanda ma pensando al reale fabbisogno è preoccupante pensare che appena il 68% degli intervistati beve almeno 1 litro d'acqua al giorno e che più di un inglese su 10 dichiara di non bere neanche una goccia d’acqua, idratandosi esclusivamente con bevande e bibite.

Per quanto riguarda le altre bevande consumate giornalmente, 4 su 10 partecipanti bevono almeno 1 bicchiere di una bibita gassata al giorno in media.

Gli italiani (92%) bevono spesso acqua durante i pasti a casa, molto più della media (74%). Notevole anche la percentuale di italiani che dichiara di consumare regolarmente acqua all’interno dell’automobile, oltre il 55%, forse il traffico gioca un ruolo importante!

Bere acqua è soprattutto una vera e propria esigenza per il 93% dei partecipanti, ma riguardo la quantità di acqua necessaria per soddisfare il fabbisogno dell’organismo, le opinioni variano da paese a paese. Tuttavia, pare che esista un nesso per gli intervistati tra la quantità di acqua che pensano di dover bere e la quantità effettivamente consumata. Questo suggerisce che la comunicazione sull'assunzione di riferimento alimentare per quanto riguarda l'acqua potrebbe determinare un impatto generale sul consumo.

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Acqua e salute: come vengono percepite?

Gli intervistati ritengono che bere acqua permetta di adottare uno stile di vita sano e di mantenersi in salute (94% per entrambi). Chi ha risposto al sondaggio crede ai benefici apportati dall'acqua alle funzioni interne del corpo: in media i due principali vantaggi messi in primo piano sono le azioni dell'acqua per la rimozione delle tossine e l'aiuto nel processo digestivo, anche se questi effetti non sono stati scientificamente dimostrati.

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Ciononostante, i partecipanti si sentono meno informati in merito agli effetti dannosi di un'idratazione inadeguata (il 78% ritiene di essere ben informato in merito a questo aspetto) rispetto a quelli di una dieta non equilibrata (l'84% ritiene di essere ben informato riguardo questa tematica).

Gli italiani confermano una buona cultura in tema di idratazione: solo il 15% - rispetto al 43% del Regno Unito - ritiene che bere acqua abbia gli stessi effetti di qualsiasi altra bevanda, come ad esempio bevande calde, bibite gassate o succhi di frutta. Il sondaggio conferma infine la centralità della famiglia nelle cultura italiana: per la maggior parte degli intervistati, essa ricopre un ruolo decisivo nella promozione del consumo di acqua.

*Studio condotto da Kantar TNS attraverso un questionario online a 3.504 persone (circa 500 intervistati per Paese)

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È un valido alleato per la skinecare quotidiana. Rende la pelle più idratata, luminosa e compatta ed è adatta a tutti i tipi di pelle

Che bere acqua, e tanta, faccia bene al nostro organismo non è certo un mistero e non lo scopriamo oggi. Quante volte, infatti, ci  si è sentito dire di bere almeno due litri di acqua al giorno per depurare e idratare il nostro organismo. Quello che forse non tutti sanno è che l’acqua fa bene anche se non la si beve. Quella frizzante è, infatti, un valido alleato per la cura del viso. Noi ne scopriamo i benefici solo ora ma, da tempo, l’acqua gassata è un elemento essenziale della skinecare quotidiana in Corea, un paese da sempre molto attento alla bellezza, da cui arrivano tante novità per il settore beauty. E se a tavola c’è chi la ama e chi la odia, l’acqua frizzante per la cura del viso c’è da scommettere che sarà sicuramente apprezzata da tutte.

Alleata per la pulizia del viso
I benefici per la pelle sono veramente tanti e si possono ottenere senza fare neppure molti sforzi, considerato che l’acqua gassata è facile da reperire. Rispetto all’acqua corrente, contiene meno calcare, che aggredisce eccessivamente la pelle, ed è ricca di elementi che riequilibrano la produzione di sebo e rendono la pelle del viso più idratata e tonica. Le bollicine di anidride carbonica liberano i pori, eliminando lo sporco e i batteri che li occludono, lasciando, così, la pelle più pulita e più ossigenata rispetto a quando viene lavata con la normale acqua del rubinetto. L’acqua frizzante migliora anche la circolazione sanguigna del viso, facendo apparire la pelle più compatta e luminosa.

Pulizia del viso: come farla?
L’acqua frizzante è adatta a tutti i tipi di pelle ma, per ottenere maggiori benefici, va usata in modo differente. Per le pelli miste o grasse, l’ideale è riempire una ciotola con dell’acqua gassata e immergerci il viso, lasciandolo dentro dai 10 ai 20 secondi, in base alla resistenza di ognuno. Il trattamento deve essere eseguito tre volte a settimana. Per le pelli normali, il procedimento da seguire è lo stesso ma va fatto solo una volta a settimana. Potete anche provare dei rimedi più soft ma sempre efficaci. Le opzioni sono due: una veloce nebulizzazione o un passaggio dell’acqua frizzante sul viso usando un dischetto di cotone.

Come idratare la pelle
Oltre che per la pulizia della pelle, l’acqua gassata è ottima pure per la sua idratazione e può essere usata anche per le pelli più sensibili unendo al liquido degli elementi che hanno proprietà lenitive. Ad esempio, la camomilla potenzia l’azione dell’acqua grazie alle sue doti astringenti, il rosmarino la arricchisce con i suoi benefici antibatterici e il cetriolo con quelli anticongestionanti.

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Tra i numerosi benefici di una corretta idratazione, c’è un aspetto che non sempre teniamo in mente: si tratta dell’importante ruolo dell’acqua nell’aiutarci a mantenere bello e sano il nostro sorriso, sia grazie ai preziosi elementi in essa contenuti ma anche perché – a differenza di altre bevande – non erode, danneggia o macchia i nostri denti.
Alcuni elementi contenuti nell’acqua, come il calcio e il fluoro, infatti, possono essere considerati preziosi alleati del nostro sorriso. Oltre ad osservare le risapute regole di igiene orale, per prenderci cura dei nostri denti è importante quindi fare attenzione a quello che beviamo, abbandonando alcune cattive abitudini.

“Il fumo e il vino rosso, thè e caffè possono favorire l’ingiallimento del nostro sorriso. Anche alcune bevande acide, se consumate in eccesso, possono avere un effetto erosivo e danneggiare lo smalto dei nostri denti – afferma Professor Umberto Solimene, dell’Università degli Studi di Milano,– l’acqua, bevanda d’elezione per il nostro benessere psico-fisico, è particolarmente indicata anche per mantenere sani i nostri denti. Grazie ai suoi preziosi elementi quali calcio e fluoro, favorisce infatti un incremento dei valori medi del PH salivare, garantendo una maggiore protezione alla nostra dentatura”.

Calcio e fluoro sono quindi in grado di favorire il sano sviluppo dei denti, non solo, rafforzando lo smalto, possono contribuire a rendere il colore che percepiamo dei nostri denti più o meno bianco. Lo smalto è infatti costituito per il 96% da composti di calcio, il cui fabbisogno quotidiano varia in base all’età ed alle condizioni fisiologiche da 0,5 a 1,5 grammi al giorno. La quantità ottimale di fluoro è invece di 0,7 mg/l ed è noto soprattutto per il ruolo svolto nella prevenzione della carie dentaria.

“L’acqua, senza apportare calorie, contribuisce a garantire al nostro organismo il raggiungimento della quota giornaliera ottimale di calcio. Bevendo quotidianamente 1,5l di acqua ricca di calcio è possibile assumere oltre il 30%del fabbisogno giornaliero di questo elemento. L’acqua – prosegue il professorSolimene – contiene, oltre al calcio, la giusta dose di fluoro e che può contribuire a per prevenire carie dentali, soprattutto nei bambini e nei ragazzi fino a 14 anni. Un corretto apporto di fluoro è importante ancor prima della nascita, perché è nel feto che si forma la prima impronta del dente. Per questo motivo acque con un adeguato contenuto di fluoro sono indicate anche per le donne in gravidanza, ma nelle giuste dosi e senza mai esagerare. Per questo motivo sarebbe importante bere un’acqua con un contenuto di fluoro superiore a 1,5 mg/l solo per periodi brevi e non continuativamente”.
In conclusione oltre alle buone regole di igiene orale, anche una corretta idratazione può aiutarci a mantenere in salute in nostri denti, così che, in occasione del prossimo selfie, potremo sorridere senza nessuna preoccupazione… non sarà necessario nessun “filtro” per modificare la foto prima di mostrarla agli amici!

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